lunedì 31 marzo 2014

PALATI DIFFICILI DA EDUCARE CON CURA




Il rifiuto totale per alcuni cibi o la paura di provare gusti nuovi, possono portare a gravi problemi di malnutrizione, specie nei bambini più piccoli che affrontano il momento delicato dello svezzamento.


Cosa e come mangiano i bambini

Secondo una recente indagine, il 30% dei bambini piccoli è molto selettivo nelle scelte alimentari e questa selettività ha un picco d’incidenza intorno ai 2-4 anni (13%). Di questi, circa la metà perpetua questo comportamento per lungo tempo fino a mantenere la selettività per sempre.

A influenzare questa selettività e la fobia per i cibi nuovi, sono soprattutto l'alimentazione nei primi anni di vita (allattamento, svezzamento, quantità e qualità di cibo assunto tra 1 e 3 anni) e le "cattive" abitudini familiari. Come rivela uno studio condotto su un campione di bambini da 1 a 3 anni, il 38% mangia davanti alla tv, il 25% non mangia a tavola con i genitori e, per giunta, 1/3 dei genitori obbliga i propri figli a finire il pasto.

La stessa indagine ha anche evidenziato eccessi nell'apporto di proteine animali (1/4 dei bambini inizia a consumare il latte vaccino prima della fine del primo anno di vita e mangia carne rossa e pesce più di 3 volte a settimana). Per fortuna, pochi bambini rifiutano del tutto la frutta e la verdura (solo il 17% dei genitori dichiara di non riuscire quasi mai a fargliele mangiare), ma questa buona abitudine, come quella della prima colazione, si perde nel tempo e va calando dopo i 4-5 anni.

Né divieti, né forzature

Come si può fare, dunque, per educare i bambini a una corretta alimentazione? Per prima cosa va tenuto presente che il bambino tende a imitare i comportamenti dei genitori, quindi tutta la famiglia deve seguire uno stile alimentare sano. Bisogna poi ricordare che il gusto può essere educato, quindi i cibi rifiutati in prima battuta, possono tornare in tavola più volte, magari con fantasia nella riproposta, cercando di assicurare un’alternanza nei nutrienti in modo che la dieta sia completa e bilanciata ogni giorno.

I divieti e le forzature, non sono mai risolutivi, specie per i bambini inappetenti, e ciò che può sembrare una scorciatoia nell’immediato, nel lungo termine non funziona, anzi si rischia di ottenere l’effetto opposto. Il pasto, comunque, deve essere sempre considerato un momento importante della giornata, quindi è bene rispettare gli orari e valorizzare il pasto in famiglia come momento di aggregazione. Dunque, niente TV o giochi durante i pasti.

Infine, ma non per ultimo, è importante che il bambino si senta protagonista e non solo consumatore forzato. In altri termini, il bambino va coinvolto dal momento della spesa fino alla preparazione del pasto, in modo che possa conoscere i cibi con tutti i sui sensi. La sperimentazione di nuovi gusti e la visione dei differenti colori dei cibi naturali, stimolano il bimbo alla creatività, e lo aiutano a non rifiutare il cibo che egli stesso ha preparato, ovviamente con l’aiuto di mamma e papà.
 
Riassumendo

Ecco il decalogo proposto alle mamme dagli esperti dell’ospedale Bambino Gesù (Roma):

Tutta la famiglia deve cercare di avere lo stesso tipo di alimentazione
Il bambino tende a mangiare per imitazione, e la famiglia ricopre il ruolo di modello da imitare.

Gli alimenti devono essere riproposti più volte
Per abituarlo a un gusto nuovo è bene ripresentare più volte lo stesso alimento, ma bisogna farlo a distanza di tempo, e cucinare il cibo nuovo in maniera differente.

Gli adulti non devono costringere il bambino ad assaggiare un alimento con forza
L’assaggio forzato può aumentare l’avversione piuttosto che favorire la scelta. È anche meglio non promettere un premio (se mangi tutta la verdura avrai un bel gelato), questo non aiuta il bimbo a mangiare sano, ma piuttosto a sovralimentarsi solo per ottenere il premio.

L'orario del pasto deve essere rispettato
Gli orari dei pasti principali (colazione, pranzo e cena) vanno rispettati e tutta la famiglia deve partecipare.

No giochi, no TV
Il pasto va valorizzato come un momento importante della giornata, quindi niente distrazioni.

Organizzare un percorso di familiarizzazione col cibo
È necessario stimolare la curiosità per evitare un rifiuto.

Portarlo a fare la spesa
Consentendo al bambino di partecipare agli acquisti lo aiuta a sentirsi protagonista delle proprie scelte.

Coinvolgere il bambino mentre si cucina
Se il bambino è coinvolto nella preparazione di un pasto sarà più propenso a sperimentare i nuovi gusti delle sue creazioni insieme ai genitori.

L'ultimo passo: assaggiare insieme
Un cibo che il bimbo conosce bene dal momento dell’acquisto fino alla preparazione lo aiuta a non avere paura di mangiarlo.

La cucina diventa una festa
Stare in cucina con i genitori può diventare un bellissimo momento di festa, basta solo un grembiulino colorato o un cappellino da chef.

Fonte:
“Mio figlio non mangia: cosa posso fare?”. Il decalogo del Bambino Gesù per i genitori.
Comunicato stampa 07 marzo 2014
http://www.ospedalebambinogesu.it/documents/10179/847854