mercoledì 30 marzo 2011

Obesità infantile - La “cultura della corretta alimentazione” s’impara da bambini

I bambini mangiano troppo e male.
Quindici ragazzi su 100, in un’età critica come quella tra i 6 e i 14 anni, sono obesi. Purtroppo, non si tratta di semplice sovrappeso: in alcuni casi, ci troviamo di fronte a bambini francamente obesi. Non solo, il 30% dei bambini obesi già soffre di malattie che un tempo colpivano solo gli adulti come l’ipertensione e il colesterolo alto.
I bambini e gli adolescenti, quindi, non vanno lasciati liberi di mangiare come e quanto vogliono perché possono incorrere in errori dannosi per la loro salute anche in futuro. Per questo motivo, è fondamentale, nel caso dell’obesità infantile, il ruolo che svolgono i genitori nell’educazione e nelle abitudini alimentari, ed è opportuno che il ragazzo stesso maturi una propria coscienza su ciò che fa bene o male alla sua salute e impari a distinguere comportamenti corretti in tema di alimentazione.
Sicuramente è difficile far amare frutta e verdura ai bambini, convincerli a dosare i dolci e i grassi, invogliarli ad apprezzare la varietà dei cibi ed abituarli a non eccedere nelle quantità, ma è uno sforzo necessario per insegnare loro a non compromettere la propria salute.

sabato 26 marzo 2011

reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto diffuso caratterizzato da sintomi come il bruciore di stomaco, l'acidità ed il rigurgito. E' causato, fondamentalmente, da una risalita involontaria del contenuto gastrico lungo l'esofago. Se tale risalita è particolarmente intensa e frequente si può parlare a tutti gli effetti di malattia da reflusso gastroesofageo.
Soprattutto nelle forme più lievi questa patologia viene spesso curata con un po' di leggerezza dato che tra i pazienti è molto diffuso il ricorso all'automedicazione. Sia per chi decide di affrontarla con mezzi propri, sia per chi si rivolge ad un medico, la cura del reflusso gastroesofageo non può prescindere dall'adozione di una dieta e di uno stile di vita corretti.

Il ruolo della dieta e dello stile di vita

Dieta e reflusso gastroesofageoUno stile alimentare sobrio è importante sia per prevenire, sia per curare la malattia da reflusso gastroesofageo.
PRIMA REGOLA: MANGIARE LENTAMENTE
La prima digestione, si sa, avviene in bocca e questo è vero non solo perché la saliva contiene una sostanza chimica con proprietà digestive, ma anche perché la triturazione del cibo durante la masticazione facilità l'attività gastrica. Mangiare un panino frettolosamente ingurgitando interi bocconi favorisce il reflusso in quanto allunga il tempo di permanenza del cibo nello stomaco. Per questo motivo è essenziale che la masticazione sia molto lenta e che la dieta preveda l'assunzione di quattro o cinque piccoli pasti anziché una o due grandi abbuffate giornaliere.
QUALI CIBI?
Uno dei primi pensieri ad insorgere nella mente di una persona che lamenta un certo bruciore di stomaco riguarda il tipo di cibo ingerito durante l'ultimo pasto. A tal proposito occorre distinguere due diversi tipi di alimenti che, se presenti nella dieta, possono favorire il reflusso gastroesofageo:

giovedì 24 marzo 2011

il cacao

Il cacao che si presenta come una polvere di colore bruno-rossiccio viene ricavato dai frutti della Theobroma Cacao.
La pianta è un sempreverde appartenente alla famiglia delle Sterculiacee originaria dell’America Meridionale.
Nella zone in cui trova condizioni ambientali ottimali, come il Venezuela, può raggiungere dimensioni considerevoli sviluppandosi fino a 8-10 metri di altezza.
I frutti della Theobroma Cacao hanno la forma di piccoli meloncini e portano al loro interno alcune decine di semi.
Dopo il 4° anno di età della pianta i semi possono essere utilizzati per la produzione del Cacao.
Vengono estratti, privati della polpa, sottoposti a fermentazione e quidi essiccati al sole o all’aria calda.
Dalla successiva macinazione si ricava la polvere usata per produrre cioccolata e dolciumi.
Il Cacao ha origini molto antiche e prestigiose poiché era già conosciuto e usato dalle popolazioni Maya.
Furono infatti queste popolazioni, che risalgono circa a 2000 anni prima della scoperta dell’America ad Iniziare la coltivazione della pianta del Cacao. Questa coltivazione assunse una tale importanza e il frutto era considerato talmente prezioso da essere usato, presso i Maya, come moneta.
Fu Cristoforo Colombo ad importare dall’America la pianta del cacao, colpito non solo dalle sue proprietà alimentari ,ma soprattutto, dal valore che gli indigeni davano a questa pianta.
Nel cacao sono presenti vari tipi di sostanze interessanti fra cui: glucidi, proteine e lipidi rappresentati in buona parte da acidi grassi monoinsaturi e saturi fra cui l’acido Stearico convertito nell’organismo ad acido Oleico (monoinsaturo).