mercoledì 28 dicembre 2011

S.O.S. DIETA

DIETA E DISTURBI
La sregolatezza intestinale può essere causa di vere e proprie patologie o in altri casi responsabile di disagi continui. Spesso sono la conclusione di una serie di norme igienico - comportamentali errate o l’esordio di malattie importanti.


IN CASO DI...sindrome premestruale, menopausa, disbiosi intestinale, candidosi, infezioni delle vie urinarie, disordini gastro-intestinali, convalescenza, cardiopatia, epatopatia, ipertensione, osteoporosi, cellulite, ritenzione idrica, squilibri ormonali

Per tutti i vostri dubbi, per informazioni  e consulenze, potete inviare una mail

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lunedì 19 dicembre 2011

Tiroide: a rischio con l’uso di pentole antiaderenti



Per anni è stata la vera risorsa rappresentata dai principali fabbricanti di pentole e padelle; ovvero la caratteristica dell’antiaderenza, un sistema non da poco, soprattutto per chi non ha dimestichezza con la cucina, ma un rimedio che potrebbe presentare preso il proprio conto a chi ha sempre utilizzato tale risorsa..

Infatti il sistema antiaderenza non è certo una magia, ma è basato su una sostanza chimica che viene ” spalmata” sull’utensile in corso di preparazione.
Ebbene questa ” miracolosa” sostanza, sarà tale per gli effetti che ha nel rendere più facile la vita a cuochi più o meno provetti, ma parrebbe anche detenere effetti negativi sulla salute, tiroide in primis. L’hanno asserito ricercatori University of Exeter e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives. La sostanza in questione e’ il ‘Pfoa’ (acido perfluorottanico ) e si trova quasi dappertutto in casa.
E non c’è pace per il Pfoa, visto che prima di essere additato come patologico per la tiroide, s’era fatta la triste nomea di essere cancerogeno. Oggi quando la sostanza chimica viene rilasciata a causa del calore sviluppato dal pentolame, questa si concentra nel sangue andando ad interferire con i delicati sistemi della tiroide; inutile dire che le patologie a questa ghiandola endocrina sono maggiormente di pertinenza femminile e dunque ogni sostanza interferisca sulla fisiologia dell’organo fa risentire i propri effetti soprattutto nelle donne.
“Si e’ sospettato a lungo che le concentrazioni di Pfoa – ha spiegato l’epidemiologo David Melzer – potrebbero essere legate a cambiamenti nei livelli degli ormoni tiroidei. La nostra analisi mostra che nella popolazione adulta ‘ordinaria’ vi e’ un solido legame statistico tra concentrazioni piu’ elevate di Pfoa nel sangue e malattie della tiroide”.
Il mondo scientifico è tuttavia in conflitto interno, essendoci frange di ricercatori che annoverano tossicità alla sostanza ed altre che l’assolvono in pieno; da parte dei produttori di pentole, in mancanza di dati certi sulla tossicità o meno di tale sostanza, si limitano a bandire entro il 2015 il Pfos, un analogo del Pfoa. Eppure la supposta tossicità della prima sostanza è stata rilevata da uno studio scientifico che è stato concluso appena tre anni e mezzo fa e che aveva dimostrato come in coloro che avevano nel sangue una concentrazione più alta di Pfoa si erano verificate patologie tiroidee in più larga misura, fino al doppio.
“I nostri risultati – ha detto Tamara Galloway, docente di Ecotossicologia presso la University of Exeter e una delle autrici dello studio – evidenziano una reale necessita’ di ulteriori ricerche sugli effetti per la salute umana dell’esposizione a basso livello di sostanze chimiche presenti nell’ambiente, come Pfoa ,che sono onnipresenti nelle case delle persone”.

venerdì 9 dicembre 2011

DAL DNA UNA CONFERMA AL MONOPIATTO


1/3 carboidrati, 1/3 proteine, 1/3 grassi. Ecco la dieta amata dal DNA


Carboidrati, proteine, grassi, tutto in dosi eguali. Questa è ladieta amata dal DNA. Di più: se a tale misura su unisce un particolare consumo (5-6 mini pasti al giorno) si ottiene il massimo dei geni ed una salute duratura.
Così sostiene una ricerca della Norwegian University of Science and Technology (NTNU, di Trondheim, Norvegia), diretta dal professor Berit Johansen.
Come spiega lo stesso Johansen, l'indagine è stata pensata intorno all'espressione genica, il processo attraverso cui l'informazione contenuta in un gene viene convertita in una molecola funzionale, quasi sempre una proteina. Allora, sono stati selezionati 32 volontari: loro hanno seguito una dieta di alimenti in polvere, gli esperti hanno misurato l'espressione genetica. Gli esami hanno detto come le dosi di nutrienti determinato lo stato dei geni, in positivo od in negativo.
Ad esempio, una dieta con maggioranza di zuccheri (65% dei nutrienti totali) attiva i geni legati a gravi malattie: diabete, cancro, malattie cardiovascolari e demenza.
Al contrario, una dieta che tenga in equilibrio i tre nutrienti principali (carboidrati, proteine, grassi) mette il guinzaglio ai geni che favoriscono infiammazione e seguenti patologie.
Il buon dosaggio deve essere accompagnato da buone modalità di consumo: per Johansen "È importante mangiare piccole porzioni di cibo più volte al giorno".

FONTE: "Feed your genes: How our genes respond to the foods we eat", The Norwegian University of Science and Technology (NTNU), 19/09/11